La percezione visionaria e caleidoscopica di Marosa Di Giorgio. Un’empatia con Bosch e Arcimboldo
Abstract
La percezione visionaria e caleidoscopica di Marosa Di Giorgio. Un’empatia con Bosch e Arcimboldo
La percezione visionaria di Marosa di Giorgio Médicis (Salto, 1932 - Montevideo, 2004), io lirico tra i più singolari del panorama letterario contemporaneo uruguayano ma anche ispanoamericano, elabora le ecfrasi di un caleidoscopio che ruotando produce infinite figure e intreccia significanti che mutano e rinascono continuamente. Gli orti e i frutteti di tenute agricole dai nomi italiani – «la chacra de Menoni, de Botaro, la chacra de Zunini, de Malvasio, la chacra de Medici o Varese» (Los papeles salvajes. II. Buenos Aires: Adriana Hidalgo. 2000: 108) sono l’eden perturbante dove si declinano e si trasformano le frontiere dei corpi e della natura, sono lo spazio mentale dove il linguaggio scardina e ricompone proteiche forme umane, animali e vegetali.
The Visionary and Caleidoscopic Perception in the Poetics of Marosa di Giorgio
The metamorphic urge that goes through the work of Marosa di Giorgio, where body and nature frontiers transform, takes as a reference the world of painting. Especially the empathy which links Marosa di Giorgio with Hieronymus Bosch (1453-1516) and Giuseppe Arcimboldo (1526-1593) flows through that current of underground energy in which gnosis, alchemy and esotericism weave together.
DOI: 10.1400/204647
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