Nei panni e nella pelle dell’‘altro’: abito, identità di frontiera e linea del colore in "George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel" di Américo Paredes
Abstract
Nei panni e nella pelle dell’‘altro’: abito, identità di frontiera e linea del colore in George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel di Américo Paredes
Américo Paredes (Browsnville, Texas, 1915-1999), è stato attivista, scrittore, folklorista, docente universitario, musicista che ha lavorato sul border, la frontiera fisica e culturale tra Texas e Messico nel Sud-ovest degli Stati Uniti. Il primo romanzo di Paredes, scritto in piena depressione ma pubblicato nel 1990 (George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel), segna un passaggio importante e trascurato nella tradizione ‘accidentata’ della letteratura chicana moderna e postmoderna. GWG è infatti un’opera messico-texana dove l’ibridità, repressa da un contesto violento, razzista e fortemente polarizzato, si manifesta a più livelli: genere, stile, punto di vista, voce, lingua, e personaggi. L’abito, gli accessori, o il dato fenotipico più evidente nella razzializzazione dell’identità, il colore della pelle, sono i segni, polisemici e sfuggenti, dell’identità negata, problematica e complessa, evocata nel nome del protagonista e nel sottotitolo del romanzo.
In the role and in the skin of “other'': border identity and color line in George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel by Americo Paredes
The article analyzes the first novel by Paredes, George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel, a Mexican-Texan novel where hybridity, repressed by a violent context, racist and highly polarized, occurs at multiple levels. Clothes, accessories or phenotypic data more evident in the racialization of identity, such as skin color, are the polysemic and elusive signs of denied identities.
DOI: 10.1400/220341
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