Storia del periodico

La rivista Oltreoceano, fondata nel 2007 e pubblicata con cadenza annuale, nasce come organo di diffusione del Centro internazionale sulle letterature migranti ‘Oltreoceano - CILM’, primo Centro di ricerca in Italia ad occuparsi specificamente di letterature migranti.
Il campo d’indagine riguarda in particolare le Americhe (Nord, Centro e Sud), l’Australia, ma anche altri territori situati Oltreoceano, dove intere popolazioni di italiani si sono insidiate dando vita a comunità ‘migranti’ che si esprimono in italiano, francese, friulano, inglese, portoghese e spagnolo. Non è un caso se, grazie all’immigrazione italiana i territori d’arrivo hanno sviluppato la possibilità del proprio futuro, fondato su un sistema di valori rispettosi dell’identità culturale altrui.
Dopo avere attraversato percorsi letterari e linguistici (n. 1), sviscerata la scrittura femminile (n. 2), dialogato con la poesia (n. 3), affrontato il tema dell’alimentazione come patrimonio culturale dell’emigrazione (n. 4), dell’autotraduzione (n. 5), del concetto di donna con la valigia (n. 6), l’ultimo numero si è focalizzato sulla riscrittura dell’identità femminile nei testi dell’emigrazione tra Italia, le Americhe e l’Australia (n. 7). Un insieme di studi che hanno fornito costanti interpretazioni originali proprio per la loro interdisciplinarietà in grado d’individuare ulteriori elementi tematici e morfologici, necessari alla costruzione di un quadro sempre più sistematico della letteratura migrante e di rafforzare l’impianto metodologico e teorico ancora incompleto.
La rivista comprende per lo più gli atti dei convegni annuali, organizzati dal CILM, importanti ed attesi momenti d’incontro e di scambio dei risultati di ricerca. Attraverso una pluralità di fattori, emerge sostanzialmente la dialettica localismo/cosmopolitismo su cui si basa l’evoluzione della vita spirituale americana, sia essa situata in area di lingua inglese, francese, spagnola e portoghese.
Emigrazione e immigrazione, identità e nazione, politica e istituzioni, marginalità e assimilazione, soggettività interculturale, tradizione femminile, studi post-coloniali e subaltern studies, sono pertanto oggetto d’analisi continuative ed approfondite, la cui base di partenza poggia sul concetto di ‘coscienza nomade’ enunciato da Rosi Braidotti.
Obiettivo dei collaboratori della rivista è individuare, inoltre, attraverso la letteratura, il senso di appartenenza alla terra d’origine che, nella tragedia dell’emigrazione, si rinsalda e si rinvigorisce.
Tra le tematiche ricorrenti figurano, pertanto, l’esaltazione dello spazio fisico, l’amarezza del viaggio/esilio/migrazione, la difesa dell’identità linguistica e culturale. Poiché la tensione al comunicare è tipica di una poetica situata sempre sul crinale dell’extraterritorialità, non sorprende la diffusa e soggettiva emotività del linguaggio utilizzato, l’autoreferenzialità di alcune modalità discorsive – soliloquio, scrittura epistolare, espressioni colloquiali. Tuttavia, l’altrettanto costante ricerca d’inserimento all’interno di una realtà che irradia elementi autoctoni di facile assimilazione, instaura un rapporto reciproco fra culture, strettamente collegato alla dinamica dei sistemi culturali ed incentrato sulla crescita dialogica, alimentata dalla costante appropriazione e trasformazione dei messaggi esterni.
Attualmente la rivista si sta affermando sempre più come punto di riferimento essenziale per gli studi di settore in Italia (e non solo) proprio perché, attraverso una miriade di sfaccettature, sguardi indagatori si focalizzano su evidenti modelli culturali ben delineati e differenziati secondo le rispettive aree geografiche. Un ibridismo che si esprime nella presentazione delle molteplici anime caratterizzanti i continenti americano e australiano, frutto d’ incroci di razze e di pensiero, dove si rispecchiano, tramite combinazioni e commutazioni, tutti gli elementi di una cultura in una continua osmosi tra lingua e codici culturali diversi.

La migrazione, con le sue declinazioni molteplici (viaggio, iniziazione, esilio, politica) è, pertanto, tematica fertile per dare inizio a collaborazioni internazionali, che hanno permesso di rafforzare una rete di relazioni dinamiche e di grande intere e per lo svolgimento delle indagini. Lo dimostrano i risultati ottenuti in cui emergono nuovi paradigmi d’interpretazione del tema e dei conflitti derivati da momenti di crisi, apportando contributi innovativi alla tradizione di studi del genere migratorio. Quest’ultimo, considerato soprattutto in prospettiva femminile, verte sia sul riconoscimento di una morfologia del discorso femminile dell’emigrazione, applicabile anche fuori dai contesti analizzati, sia nella catalogazione e sistematizzazione di un corpus letterario. È in fase di allestimento una banca dati in grado di raccogliere tutti i contributi prodotti dai collaboratori della rivista sugli autori/trici di origine italiana – friulana in particolare – che scrivono in francese, in inglese, in portoghese e in spagnolo. Piace pensare che Oltreoceano sia una sorta di ‘bosone di Higgs’, ovvero quella particella ipotizzata dal fisico scozzese Peter Higgs nel 1964, la quale interagisce con tutte le altre particelle fondamentali tanto da costituire l’anello mancante della teoria che descrive la fisica dell’universo. Allo stesso modo la rivista si impone sempre più in ambito letterario per la sua rete di relazioni: penetrando nella frammentarietà di opere e di teorie, si sta avvicinando al piccolo nucleo del significato, intrinseco e correlato, di un genere ambiguo e indefinito come quello, appunto, della letteratura migrante.